“Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori imbarcati sul motopesca ‘Ghibli Primo’, impegnato in operazioni di pesca al largo delle coste libiche, che è stato fermato da una motovedetta con uomini armati a bordo e condotto nel porto di Ras al Helal, ad ovest di Dema. La nostra preoccupazione nasce dal fatto che tale porto si trova in una zona calda dove si susseguono combattimenti fra miliziani di diversi fronti e l’allerta terroristica è alta”. Così il segretario nazionale della Uilapesca Tommaso Macaddino commenta la notizia giunta questa mattina.
“Nella attuale e drammatica situazione che vede le forze navali italiane e di altri paesi impegnate a fronteggiare l’emergenza umanitaria di migliaia di profughi in fuga dalle coste libiche” prosegue Macaddino “non è accettabile che si verifichino nel Mediterraneo azioni militari come quella che ha coinvolti i pescatori imbarcati sul Ghibli Primo. Occorre fare chiarezza sui limiti delle zone di pesca ma, soprattutto, occorre proteggere i lavoratori da azioni condotte arbitrariamente da militari armati, la cui legittimità ad agire è incerta”.
“Non possiamo e non vogliamo più consentire che i nostri lavoratori del mare, nel dover svolgere un lavoro che è già di per sé pericoloso, rischino la propria vita” conclude Macaddino “mettendo a repentaglio la serenità delle proprie famiglie”
*Dichiarazione del segretario nazionale della Uilapesca Tommaso Macaddino