A Cagliari ormai è battaglia tra i ricciai e le forze dell’ordine
Erano tante le barche che, legate con una fune hanno impedito stamane il rientro in porto delle navi. Per la prima volta i pescatori di ricci di mare del sud Sardegna si sono uniti protestando per i sequestri e le azioni svolte dalla Capitaneria di Porto “che impediscono di lavorare“.
Il malcontento dei pescatori di ricci di mare si è accentuato con l’ultimo sequestro della settimana scorsa. I pescatori lamentano il fatto di essere sempre mira delle azioni delle autorità marittime, e di non poter espletare il loro lavoro.
Il blocco delle navi di stamane ha fruttato un faccia a faccia tra i vertici della prefettura e i pescatori stessi. La riunione che prendeva inizio alle 17 di questo pomeriggio non ha ancora dato nessun esito.
La Capitaneria di Porto di Cagliari ha comunque teso una mano verso i pescatori cercando di trovare una soluzione. Tra l’altro sussiste anche il problema di evidente antagonismo tra i pescatori di Cagliari e le autorità di Oristano e viceversa, motivo per cui il problema diventa ad ampio raggio e potrebbe anche espandersi in tutta l’ Italia.
I pescatori rincarano la dose, attaccando gli abusivi e i dilettanti. Se un dilettante può pescare 50 ricci procapite, puo’ comunque eccedere e non essere intercettato, mettendo i ricci sul mercato e cosi facendo crea danni all’economia e a tutto l’ecosistema marino.
I pescatori professionisti che al momento possono pescare sino a 6 ceste al giorno, sono disponibili ad abbassare la loro quota sino a 4 ceste, cioè da tremila a duemila ricci al giorno.
Una risposta a “RICCI SI, RICCI NO !”
I controlli sono pochi. Oltre ai ricci sono tante le cose che andrebbero fermate.
Purtroppo anche segnalare non serve a niente e spesso si viene trattati come dei seccatori.