“Le condizioni sociali e del lavoro nella pesca entrano ufficialmente a far parte della futura agenda dei lavori della Fao, mentre anche sul tema della pesca illegale (INN) e dei suoi risvolti socio-economici sono stati fatti importanti passi avanti. E questo rappresenta, a nostro giudizio, un importante punto di svolta nelle attività della Fao”. Così il segretario nazionale della Uila Fabrizio De Pascale commenta gli esiti del comitato pesca (COFI) della Fao, il massimo organismo intergovernativo che determina e attua le decisioni della Fao in materia di pesca, riunito a Roma dal 11 al 15 luglio.
Il rapporto approvato a fine riunione riconosce, in particolare, l’importanza di includere il tema delle condizioni sociali e del lavoro nell’ambito dei lavori del sottocomitato per il commercio dei prodotti della pesca. In materia di pesca illegale, si legge nel rapporto, molti Stati sostengono che, molto spesso, a questa attività si associano altri crimini più gravi e che, per questo, la Fao e l’ufficio ONU contro droghe e crimini (Unodc) devono coordinare i loro sforzi. Il COFI, inoltre, auspica il coinvolgimento diretto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) nel comitato congiunto Fao/Imo sulla pesca illegale. Infine c’è la proposta degli Stati Uniti alla Fao di avviare un lavoro di ricerca sul tema “pesca illegale e trasbordo delle catture”.
“I sindacati internazionali ITF e IUF, presenti al COFI” spiega De Pascale “sono intervenuti nel dibattito per chiedere ai paesi membri di ratificare la Convenzione ILO C 188 sul lavoro decente nella pesca. Istanza che è stata ribadita anche dall’Unione europea che ha anche organizzato un evento parallelo al COFI, dedicato alla pesca illegale, nell’ambito del quale i rappresentanti di ITF e IUF hanno riproposto la questione del legame esistente tra questa attività illecita e il rispetto dei diritti del lavoro a bordo delle navi che la praticano”.
*Dichiarazione del segretario nazionale della Uilapesca Fabrizio De Pascale