gamberetti pescati nella fosse delle marianne con plastica

Microplastiche a 11.000 metri di profondità

Un gruppo di ricercatori inglesi durante una campagna di monitoraggio ha ritrovato microplastiche nei contenuti stomacali di piccoli crostacei catturati a 11.000 metri di profondità.Lo studio dei crostacei viventi nelle fosse oceaniche ha dato una risposta poco rassicurante. La plastica è arrivata in tutte le fosse oceaniche compreso il Challenger deep (fossa delle Marianne). A questo punto si puo’ affermare che “Non esiste più un punto del mare non inquinato”.

Lo studio partito con una campagna di pesca ha dato risultati sconvolgenti durante le analisi di laboratorio. Infatti i piccoli crostacei catturati nelle fosse oceaniche avevano ingerito fibre plastiche provenienti da tessuti e nylon. I ricercatori dopo le analisi hanno pubblicato lo studio sulla rivista scientifica THE ROYAL SOCIETY.

Sembra che le microplastiche siano anche state classificate secondo i colori con un predominante del blu seguite da nero e rosso.

I crostacei pescati sono esemplari di Lysianassidae, piccoli gamberetti abissali dell’ordine degli anfipodi che si nutrono nella catena del detrito. Su 90 gamberetti catturati ben 65 avevano fibre plastiche nello stomaco.  La percentuale di plastica più’ alta si trova nella fossa delle Marianne mentre sembra un po meno inquinata la fossa delle Nuove Ebridi in Australia.

plastica studio fossa oceanicaùOgni anno più di 8 milioni di tonnellate di plastica entrano in mare e si stima che se non inverte questa tendenza nel 2050 ci sarà piu’ plastica che pesce. Ad oggi si contano circa 51 milioni di particelle micro-plastiche disperse (500 volte il numero di stelle nella nostra galassia).
Un inquinamento che sta danneggiando fortemente oltre 600 specie di animali, tanto che molti scienziati prospettano che una vera e propria estinzione di massa potrebbe essere alle porte.

Si stima che oltre 250.000 tonnellate attualmente galleggino sulla superficie degli oceani. “Una volta che queste plastiche raggiungono i fondali non hanno altro posto dove andare, e quindi è presumibile che si accumulino in grandi quantità”.

pesci e specie marine
Marcello Guadagnino
Biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

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