Secondo un nuovo studio, il ritiro dei ghiacciai del Nord America occidentale potrebbe produrre migliaia di Km di habitat adatti al salmone del pacifico entro il 2100
Modellando il ritiro dei ghiacciai di Columbia britannica e Alaska, i ricercatori della Simon Fraser University hanno scoperto che con un moderato aumento della temperatura, i ghiacciai potrebbero rivelare un potenziale nuovo habitat del salmone del Pacifico quasi uguale alla lunghezza del fiume Mississippi (6.275 km).
Significa dunque corsi d’acqua a bassa pendenza (pendenza inferiore al 10%) collegati all’oceano con ghiacciai in ritirata. Il team ha scoperto che 315 ghiacciai esaminati soddisfacevano questo criterio.
L’autore principale, l’analista spaziale della Simon Fraser University, la dott.ssa Kara Pitman, commenta: “Prevediamo che la maggior parte dell’habitat del salmone si troverà in Alaska e nella regione transfrontaliera, al confine tra British Columbia e Alaska, dove esistono ancora grandi ghiacciai costieri.
“Una volta che le condizioni si stabilizzano nei corsi d’acqua di nuova formazione, il salmone può colonizzare queste aree abbastanza rapidamente. Non tutti i salmoni infatti tornano nei corsi d’acqua in cui sono nati. La maggior parte lo fa, ma alcuni individui si allontanano, migrando in nuovi corsi d’acqua per deporre le uova e, se le condizioni sono favorevoli, la popolazione può aumentare rapidamente.”
Il co-autore, il professor Alexander Milner dell’Università di Birmingham, ha studiato il ritiro glaciale e le popolazioni di salmone nel sud-est dell’Alaska per oltre tre decenni.
“La colonizzazione da parte del salmone può verificarsi in tempi relativamente brevi dopo che il ritiro glaciale ha creato un habitat favorevole alla deposizione delle uova. Ad esempio, Stonefly Creek è stato colonizzato in meno di 10 anni dal salmone rosa che è cresciuto rapidamente fino a più di 5.000 riproduttori.