L’inquietante declino degli stock ittici in Europa
La quantità di pesce catturato in tutta Europa è stata dimezzata in trent’anni. Causa della pesca eccessiva e dei fattori ambientali. La risorsa lotta per riprendersi.
Dal 1990, anno in cui l’Unione Europea ha cominciato la sua politica a favore della pesca, non è cambiato quasi nulla. Il livello degli stock ittici, a parte qualche eccezione, è ancora in declino. A confermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “pesce e pesca” realizzato da Didier Gascuel di Agrocampus.
Merluzzi bianchi del mare del nord, sogliole del golfo di Biscaglia e altre risorse sono in carenza. Delle 124 specie monitorate 49 sono ancora in declino e soltanto 29 in aumento. Tra i “soprevvissuti” al depauperamento delle risorse ci sono le passere di mare e il nasello, che hanno triplicato le popolazioni.
Negli ultimi dodici anni, la pressione di pesca è stata dimezzata”, dice lo studio. La quantità di pesce pescato oggi è equivalente ai livelli del 1950 e non è certamente in aumento.
Gli effetti del riscaldamento globale
I danni provocati dalla pesca eccessiva sono tali che le specie possono ancora pagarne le conseguenze. “Il restauro della produttività degli ecosistemi marini sarà lunga e complessa. La ragione? “Il potenziale per la riproduzione naturale stock è stato danneggiato.
Un altro fattore “molto inquietante”, sono le distruzioni degli habitat costieri e le distese fangose. Questi luoghi sono essenziali nel ciclo di vita delle specie. Infine, anche il il riscaldamento globale gioca la sua parte. Questo ha un effetto sulla qualità e quantità di cibo in particolare sulle larve del plancton alla base delle catene alimentari .