L’evidenziatore sulla spina dorsale dello squalo Etmopterus Spinax.
Nelle profondità del mare, non è raro vedere pesci che illuminano debolmente la penombra di piccole fonti di luce sui lati, sulla testa o sullo stomaco. Queste luci, i fotofori e questa funzione, la bioluminescenza, possono avere diverse funzioni come attrarre prede o riconoscersi tra congeneri.
Il piccolo squaletto Etmopterus Spinax chiamato anche sagrì nero, è un pesce che vive a grandi profondità, e che difficilmente risale dalle piane abissali. Questo pesce è una vera e propria centrale elettrica, visto in natura nelle profondità marine si illumina a festa come se fosse un albero di natale grazie a delle cellule luminescenti sia nello stomaco che sulla parte esterna del tessuto cutaneo.
Ma a cosa serve essere illuminati al buio quando bisogna sfuggire a i predatori e attaccare a sorpresa le prede?

La risposta ce la da uno studio effettuato da un team di ingegneri del nord Europa che ha ricreato in laboratorio le condizioni di ambienti profondi per osservare la specie in questione.
Gli squali sono stati fotografati ed è stata misurata l’intensità luminosa delle cellule. La risposta è stata che questo squalo utilizza questa luminescenza come meccanismo di difesa. In realtà lo squaletto è dotato di 2 spine velenifere posizionate davanti le due pinne dorsali. Le cellule luminose aiutano al riconoscimento di queste spine al buio. E’ un po’ come passare sopra un evidenziatore per segnalare il pericolo! Queste cellule segnano il profilo esatto delle spine che i predatori scambiano per delle affilatissime sciabole allertandosi ancor prima di attaccare. Essendo posizionate accanto alla spina dorsale la luce non arriva sul fondo e quindi rimangono non visibili alle prede.
Il sagri nero, Etmopterus spinax (L., 1758), è uno squalo bioluminescente di acque profonde che si trova prevalentemente nell’Atlantico nord-orientale, nel Mar Mediterraneo occidentale e nelle acque profonde al largo dell’Africa meridionale (a sud di Senegal) a profondità tra i 70 ed i 2000 m e più abbondantemente a 200–500 m.
E. spinax è una specie con scarso interesse commerciale che viene pescata solo come cattura accessoria con reti a strascico.
I dati del Mar Mediterraneo e dell’Atlantico centro-meridionale orientale indicano che la specie è presente edgli stock in buono stato. Tuttavia, lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici ha spinto molte attività di pesca a sfruttare le risorse marine a profondità oceaniche sempre maggiori e questa specie è adesso considerata vulnerabile alla pesca eccessiva a causa della sua maturità tardiva. Il ciclo riproduttivo in E. spinax dura da due a tre anni prima di dare alla luce i piccoli, il che suggerisce che questa specie ha una bassa fecondità.