Secondo Greenpeace sono 20 le barche da pesca che svuotano i mari.
Greenpeace presenta il rapporto“Monster Boats, flagello dei mari” e mette sulla gogna le 20 barche da pesca che per dimensioni e metodi di pesca sono i più impattanti e distruttivi di tutto il nostro continente.
E’ sempre e comunqie il FAD il principale indiziato. Un sistema per aggregare i pesci in banchi prima di essere catturati. Purtroppo quando i pesci si riuniscono, non si ha un banco monospecifico, ma secondo le regole della natura questi banchi vengono avvicinati anche da squali, tartarughe e mante, cadendo vittime anch’essi del sistema di pesca in atto. Sembra che in una sola battuta di pesca tali pescherecci siano in grado di catturare sino a 2.000 tonnellate di tonno. Greenpeace ha catalogato questi ” mostri da pesca” in base alla capacità di pesca e stoccaggi a bordo ed anche allo sforzo di pesca, ovvero l’impiego dei fattori produttivi, quantitativi e qualitativi, utilizzati nella cattura di specie marine, e l’efficacia dell’attività di pesca.
Ecco la lista delle barche da pesca che svuotano i mari secondo Greenpeace: Albacora Uno, Albatun Tres, Eirado do Costal, Playa de Tambo, Txori Argy (Spagna); Annelies Ilena, Franziska (Olanda); Artico, Franca Morte (Portogallo); Atlantico (Svezia); Cornelis VrolijK FZN, Norma Mary (Gran Bretagna); Franche Terre (Francia); Helen Mary, Maartje Theadora (Germania); Kingfisher (Danimarca); Kovas, Margiris (Lituania); Odin (Vanuatu); Saga GDY-150 (Polonia)
La barca da pesca spagnola Txori ArgiSerena Maso, campaigner mare di Greenpeace Italia, dichiara: “I governi europei non possono chiudere gli occhi di fronte alla pesca eccessiva e spesso illegale. Devono eliminare dalle loro flotte industriali quei mostri che stanno svuotando i nostri mari e sostenere invece i pescatori artigianali che pescano in modo sostenibile”.
La questione del tonno – Sebbene la flotta italiana non abbia pescherecci così grandi, anche l’Italia è direttamente coinvolta nel sistema. Greenpeace sottolinea che alcuni dei “Monster Boat” analizzati nel rapporto, pescano tonno che potrebbe arrivare anche nelle nostre scatolette. Maso conclude: “È ora che le compagnie che producono tonno in scatola scelgano i loro fornitori in base ai metodi di pesca”.