L‘acquacoltura offshore dell’orata (Sparus aurata) è diventata un’opzione strategica per sostenere la domanda di pesce e preservare gli stock selvatici, specialmente lungo le coste del Mediterraneo. L’allevamento di questa specie si concentra su tecniche e strutture avanzate che permettono la produzione su larga scala in aree di mare aperto, dove le condizioni sono più simili a quelle naturali rispetto agli impianti in zone costiere protette. Ecco un’analisi completa di come funziona questo tipo di acquacoltura, dalla costruzione delle gabbie alla dieta delle orate, fino a una valutazione economica della sua redditività.
Costruzione delle Gabbie Offshore
La scelta delle strutture è cruciale: le gabbie offshore per l’allevamento delle orate devono essere robuste e resistenti per sopportare le correnti marine, le onde e le condizioni atmosferiche variabili. Generalmente, le gabbie offshore sono cilindri galleggianti realizzati con materiali ad alta resistenza, come polietilene ad alta densità (HDPE) o acciaio inossidabile, ancorate al fondale marino con pesi e cavi.
Queste gabbie hanno reti di maglia metallica o sintetica che permettono il flusso d’acqua continuo, migliorando la qualità ambientale per le orate e riducendo l’accumulo di rifiuti. Le dimensioni variano in base alla capacità produttiva e alla specifica localizzazione geografica; in generale, le gabbie offshore possono raggiungere i 10 metri di diametro e oltre 20 metri di profondità, con una capacità di contenimento di svariate decine di tonnellate di pesce.
Dieta e Nutrizione delle Orate
In acquacoltura, la dieta delle orate è prevalentemente composta da pellet proteici che includono farine e oli di pesce, ma con integrazioni vegetali, come soia e mais, per equilibrare il contenuto di aminoacidi.
Le orate in allevamento seguono una dieta bilanciata, basata su mangimi composti che imitano il più possibile la loro dieta naturale. In natura, le orate sono onnivore e consumano piccoli invertebrati, molluschi e alghe.
La quantità di cibo somministrata è calcolata in base al peso complessivo degli esemplari in gabbia e alla temperatura dell’acqua. Più elevata è la temperatura, maggiore sarà il metabolismo delle orate, aumentando quindi il fabbisogno alimentare. La somministrazione del cibo avviene tramite macchinari automatici per garantire una distribuzione uniforme e controllata, limitando gli sprechi e ottimizzando i costi.
Accrescimento e Tasso di Crescita
L’accrescimento delle orate dipende da vari fattori, tra cui la temperatura dell’acqua, la qualità del mangime, la densità degli individui nelle gabbie e le condizioni ambientali. In genere, il ciclo produttivo dell’orata in acquacoltura offshore si completa in 18-24 mesi. Durante questo periodo, le orate passano da un peso iniziale di circa 10-15 grammi fino a raggiungere il peso di mercato, che varia dai 300 ai 600 grammi.
Gli avanotti di orata vengono allevati in vasche di nursery specifiche, generalmente situate in ambienti controllati come hatchery o incubatoi, prima di essere trasferiti in gabbie offshore.
Il tasso di conversione del mangime (Feed Conversion Ratio, FCR) rappresenta un indicatore fondamentale: esso misura la quantità di mangime necessaria per far guadagnare 1 kg di peso all’animale. Per l’orata, un FCR medio si aggira intorno a 1.8-2.0, il che significa che per ogni 1 kg di aumento di peso corporeo sono necessari circa 1.8-2.0 kg di mangime.
Aspetti Economici e Calcolo della Redditività
La redditività di un allevamento di orate offshore dipende da una serie di variabili economiche, tra cui i costi di produzione, il prezzo di vendita e i tassi di sopravvivenza. Analizziamo ora una semplice formula per calcolare il profitto netto di un allevamento, tenendo conto delle variabili più rilevanti.
Ricavi Totali:
R = Pv × Q
Dove:
- R è il ricavo totale,
- Pv è il prezzo di vendita per chilogrammo di orata (mediamente €6-10 al kg),
- Q è la quantità totale di pesce venduto (in kg).
Costi Totali:
C = Cm + Cg + Cl
Dove:
- C è il costo totale,
- Cm rappresenta il costo del mangime (es. €1.5-2 per kg),
- Cg sono i costi delle gabbie, manutenzione e attrezzature,
- Cl è il costo del lavoro.
Profitto Netto:
Profitto Netto = R − C
Rendimento dell’Investimento (ROI):
ROI = (Profitto Netto / C) × 100
Questa formula permette di calcolare la percentuale di ritorno sugli investimenti, rendendo possibile valutare l’efficienza economica dell’allevamento.
Ad esempio, ipotizzando una produzione di 100 tonnellate di orate all’anno, con un prezzo di vendita medio di €8/kg, si potrebbe ottenere un ricavo totale di circa €800.000. Se i costi totali ammontano a €600.000, il profitto netto sarebbe di €200.000, generando un ROI del 33,3%.
Vantaggi e Sfide dell’Allevamento Offshore di Orate
Questo tipo di acquacoltura offre importanti vantaggi: la qualità delle acque marine aperte garantisce pesci più sani, riducendo la necessità di trattamenti farmacologici, mentre la distanza dalle coste limita i rischi di conflitti con attività turistiche o residenziali. Tuttavia, esistono anche sfide significative, come la gestione del deterioramento delle gabbie a causa della salsedine e delle forti correnti, oltre ai rischi legati alle tempeste.
L’acquacoltura offshore rappresenta un’opportunità per aumentare la produzione di orate in modo sostenibile, ma richiede investimenti iniziali elevati e competenze specifiche nella gestione delle infrastrutture e dei processi produttivi. La redditività dipende dalla capacità di mantenere un FCR basso, ridurre i costi operativi e garantire un prodotto di alta qualità.
L’allevamento offshore delle orate si configura dunque come un settore in espansione, capace di contribuire alla sicurezza alimentare globale ma che richiede un approccio strategico per mantenere l’equilibrio tra sostenibilità e profitto.