L’arte contemporanea per accendere i riflettori sulla vita sottomarina nel Mediterraneo, messa sempre più a repentaglio dalla plastica, e per sensibilizzare ad una raccolta differenziata che possa essere sempre più attenta e sostenibile per l’ambiente. E’ Plastic, il progetto promosso dall’Area Marina Protetta delle Egadi e dal Comune di Favignana, ai nastri di partenza nelle tre isole dell’arcipelago delle Egadi. Il progetto, che porta la firma di Pablo Dilet, pseudonimo artistico del giornalista Dario La Rosa, inizierà con un intero weekend (19-21 maggio – info@ampisoleegadi.it) che servirà a ripulire dalla plastica proveniente dal mare le spiagge di Levanzo, Marettimo e Favignana e a creare la materia simbolo dell’installazione artistica che sarà inaugurata in piena estate. Da venerdì 19 a domenica 21 maggio, infatti, associazioni, studenti e turisti potranno unirsi insieme all’artista ed al personale dell’AMP e del Comune per tre intere giornate mirate alla sostenibilità ambientale. La plastica sta mettendo a repentaglio la vita del Mediterraneo. L’AMP e Comune delle Isole Egadi, per accendere i riflettori su una tematica ambientale di altissima importanza, lanciano un progetto che mette insieme sensibilizzazione e azione concreta. Il tutto nel segno dell’arte contemporanea, ovvero con una installazione che consentirà di riflettere sulle tematiche ambientali, sul pericolo della plastica abbandonata in mare e sull’importanza di una raccolta differenziata attenta, soprattutto nel periodo estivo, che è quello più complesso da gestire considerata la mole di turisti che popolano l’arcipelago. Da quella che si scioglie creando un brodo inquinato, a quella che viene ingerita da delfini, tonni e tartarughe sino a quella che arriva sulle nostre spiagge, la fotografia del mare è preoccupante. Ed anche la vita sottomarina, come confermato da recenti ricerche scientifiche, si avvicina ad un possibile punto di non ritorno. Ecco allora la scelta dell’artista Pablo Dilet, quella di creare una installazione che potesse fisicamente ingabbiare la stessa stessa plastica che inquina il nostro mare. Lettere di metallo che compongono la scritta “Plastic” saranno riempite proprio con la plastica sottratta dalla mercé di pesci e volatili e da quella proveniente da una attenta raccolta differenziata. Area Marina Protetta “ISOLE EGADI”– Piazza Europa, 3 – 91023 Favignana (TP) – C.F.80003750819; P.I. 01137730816 2/2 Tel: 0923.921659, Fax: 0923.922035 – www.ampisoleegadi.it – info@ampisoleegadi.it – ampisoleegadi@pec.ampisoleegadi.it Un progetto dal forte impatto visivo oltre che simbolico che si muove in linea con i programmi di tutela ambientale dell’AMP e del Comune. “Il rispetto dell’ambiente – spiega il sindaco delle Isole Egadi e Presidente dell’AMP, Giuseppe Pagoto – è stato un tema cui la nostra amministrazione si è dedicata con impegno, portando a casa importanti risultati grazie ai progetti nelle scuole e anche alla sensibilità mostrata dai cittadini. Voglio ricordare che il Comune di Favignana è stato premiato a Roma per il riciclo a km 0 degli imballaggi in acciaio nell’ambito dell’iniziativa di Legambiente “Comuni Ricicloni”. Alla nostra Amministrazione è stato consegnato un riconoscimento come esempio di “best practice” dal Consorzio Ricrea. Occorre che questo impegno possa portare a risultati migliori anche nel periodo estivo, in cui il trend turistico aumenta le difficoltà di gestione”. “La plastica – aggiunge Stefano Donati, direttore dell’AMP – è il killer silenzioso dei nostri mari. Quando recuperiamo le tartarughe marine in difficoltà, presso il nostro Centro di Primo Soccorso a Favignana, portano sempre i segni dell’incontro drammatico con la plastica, avendone ingurgitata una grande quantità o restandone fisicamente imprigionate. La plastica sta entrando nella catena alimentare e, accumulata nei tessuti dei pesci che mangiamo, arriva fino a noi. Non c’è più tempo da perdere, per salvare gli oceani, la biodiversità e anche noi stessi”. “La plastica ha i colori della bellezza, ma nasconde i suoi veleni come la mela di Biancaneve – afferma Pablo Dilet -, ecco allora il desiderio di ingabbiarla per mettere davanti agli osservatori dell’opera una delle principali cause della distruzione del nostro ambiente. Una gabbia che ha anche il valore della speranza, ovvero di tutte quelle azioni concrete che ciascuno di noi può fare per l’ambiente che ci circonda”.