La foca monaca mediterranea ha un corpo cilindrico, affusolato alle due estremità, e un pelo corto i cui colori variano dal fulvo al marrone scuro sulla parte dorsale, al bianco sul ventre.
La foca monaca è l’unica specie di foca che non frequenta le acque fredde. Ama nuotare in acque temperate e calde. La foca monaca è specie endemica del Mediterraneo, in passato un piccolo gruppo di foche monache sembra sia emigrate sino al mar dei Caraibi formando una piccola colonia scomparsa poi intorno al 1950.
In Mediterraneo si pensa che esistano meno di 400 esemplari ancora in vita.
Le foche monache amano le grandi spiagge sabbiose ma a causa dell’impatto antropico oggi sono costrette a rifugiarsi tra negli anfratti rocciosi inaccessibili all’uomo.

Le abitudini della foca monaca sono poco conosciute ma si sta facendo luce pian piano negli ultimi anni su alcuni punti oscuri. Negli ultimi anni sono stati diversi gli avvistamenti in Italia. La foca monaca considerata estinta in Italia sembra che sia tornata anche se si parliamo di pochissimi esemplari avvistati raramente.
È un animale gregario che vive in piccoli gruppi. Alcuni ricercatori ritengono che l’animale non sia pelagico e preferisca rimanere vicino alla costa. Ma questa ipotesi non è accertata, basti pensare che alcuni esemplari hanno attraversato l’Oceano Atlantico e parte dell’Oceano Pacifico, per stabilirsi rispettivamente nei Caraibi e nelle Hawaii.
È in grado di immergersi fino a cento metri di profondità e di rimanere un quarto d’ora in apnea .
Riproduzione della foca monaca mediterranea
La foca monaca mediterranea di solito partorisce sulle spiagge. Tuttavia, a causa dell’impatto umano , è costretta a rifugiarsi in grotte sottomarine soggette ad allagamento . La mortalità dei piccoli è importante, sopravvive in media solo un neonato su due. La femmina dà alla luce un unico giovane dopo un periodo di gestazione di undici mesi. Quest’ultimo sfoggia alla nascita un mantello lanoso nero, misura tra 0,90 e 1,00 metri e pesa tra 10 e 20 kg . Dopo due settimane ha quadruplicato il suo peso e viene svezzato dopo sei-otto settimane. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai cinque
Dieta della foca monaca
La foca monaca mediterranea si nutre di pesci, cefalopodi come seppie e calamari, e di crostacei come aragoste ed astici.
Minacce alla foca monaca del Mediterraneo

La foca monaca mediterranea è una specie in pericolo di estinzione poiché la popolazione mondiale non supera i 300 individui. Sebbene fosse abbondante nell’antichità e adorata come un Dio dagli antichi greci, il pinnipede è diventato il mammifero marino più raro oltre ad essere una delle sei specie animali più minacciate del pianeta.
Lo sviluppo delle attività umane (pesca e caccia, nonché lo sviluppo eccessivo del turismo di massa) è la causa del declino della specie.
La popolazione più numerosa attualmente sopravvive in Grecia nelle Isole Sporadi settentrionali. Il Parco Nazionale Marino di Alonissos è l’unica area marina protetta, dedicata alla protezione della foca monaca mediterranea!
Nel gennaio 2001 il governo degli Stati Uniti ha creato una riserva destinata a proteggere la sottospecie hawaiana, Monachus schauinslandi , composta da circa un migliaio di individui. La sottospecie caraibica Monachus tropicalis è stata dichiarata estinta nel 2008.
La foca monaca in italia
Considerata estinta da diversi anni in Italia, sembra che la foca monaca stia ritornando a frequentare le nostre acque. Diversi avvistamenti all’isola del Giglio in Toscana e in Liguria nell’area marina protetta di Portofino nel 2010. E’ stata documentata la presenza negli ultimi anni a Marettimo in prossimità delle Grotta del Cammello. Diversi avvistamenti anche in Puglia, Sardegna e il 06 novembre 2020 ancora un avvistamento a Cala Creta sull’isola di Lampedusa.