Vivere 200 anni pesando 80 tonnellate senza essere soggetti al cancro: questa è una particolarità della balena boreale. Ad oggi la domanda che i ricercatori si sono posti é come mai una balena fatta da miliardi e miliardi di cellule ha meno rischi di errore nella replicazione del DNA ?
Come spiega il “paradosso di Peto” non c’è legame tra conta cellulare e rischio di cancro. Resta da vedere perché. (Il paradosso di Peto è l’osservazione, che prende il nome da Richard Peto, secondo la quale l’incidenza del cancro, a livello di specie, non sembra essere correlata al numero di cellule in un organismo.
Non c’è alcun legame tra il numero di cellule e il rischio di cancro. Confrontando le cellule delle balene con quelle umane, i ricercatori americani potrebbero aver trovato una risposta: la difesa anticancro delle balene potrebbe risiedere in due proteine, CIRBP e RPA2. Presenti in tutti i mammiferi, queste proteine hanno la funzione di riparare il DNA. “L’inizio di un cancro avviene nel DNA, che può mutare o rompersi”, spiega Julien Marie, direttore di ricerca presso l’Inserm.
Le cellule potrebbero quindi proliferare in modo anomalo. Tuttavia, nelle balene, sembra che CIRBP e RPA2 siano espresse in quantità molto elevate: sembrerebbero così riparare il DNA con un’incredibile efficacia! È la bassa temperatura corporea dei cetacei, 33,8°C, che spingerebbe a questa produzione abbondante.