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  • Ultima modifica dell'articolo:10 Dicembre 2021

Uccidere gli squali salverà i surfisti?

Il primo squalo è stato abbattuto in Australia, poco dopo l’installazione di diversi chilometri di long line (palamiti) disposti sulla costa.

Il pescatore, che è stato assunto assunto dalle autorità Australiane per il monitoraggio ed il posizionamento delle long line a circa un Km dalla costa, ha ucciso il primo squalo tigre che era rimasto intrappolato nell’attrezzo da pesca.

Il programma stabilito dal governo è piuttosto controverso: praticamente ha l’esenzione di un anno dalla legge sulla protezione dell’ambiente e della biodiversità, permettendo di uccidere gli squali che si trovino vicino alla costa. Tutto ciò per cercare di salvare piu’ vite umane possibili e rendere ancora fruttifera l’industria del turismo. Dopo i gli attachi ai surfisti ed ai bagnanti accaduti nella fine del 2013, il governo ha ben pensato di aprire la caccia agli squali, dando la possibilità ai pescatori di cacciare e uccidere tutti i pesci “pericolosi” che si trovino entro un km dalla costa, compreso lo squalo bianco in lista rossa della IUCN.

Certo che uccidere gli squali non porterà a prevenire tutti gli attacchi, ma sicuramente mette a rischio tutto l’ecosistema marino.

Sono già tante le proteste e le testimonianze di sdegno verso questa nuova regola stabilità dalle autorità Australi. Ma quale sarà la fine di questi animali? Per salvare il turismo si può portare alla decimazione un gruppo di animali che è già stata ridotta per mezzo della pesca intensiva.

Ecco l’articolo datato 13 dicembre che ha dato il via alla carneficina

In Australia ritorna la paura…e i pescatori sono liberi di uccidere!!!

Marcello Guadagnino

Web Editor : Marcello Guadagnino, biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

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