Il 13 gennaio 2012 rimarrà per sempre impresso nella memoria collettiva come il tragico giorno del naufragio della Costa Concordia. Partita da Civitavecchia in direzione di Savona, la nave da crociera, orgoglio della flotta di Costa Crociere, ha urtato uno scoglio vicino all’Isola del Giglio, provocando una serie di eventi che avrebbero avuto conseguenze devastanti.
Il naufragio della Costa Concordia è stato un evento doloroso per le famiglie delle vittime e ha messo in luce le lacune nel settore delle crociere, evidenziando l’arroganza di un’industria che ha costruito vere e proprie torri galleggianti. La nave, orgoglio della flotta di Costa Crociere, era una gigantesca struttura con 114.000 tonnellate di stazza lorda, 1.013 membri d’equipaggio e 3.216 passeggeri distribuiti su 14 ponti con ristoranti, piscine e bar.
Il naufragio ha rivelato anche un cambiamento nel settore delle crociere, che da esclusivo si è trasformato in un prodotto accessibile alla classe media. Le dimensioni delle navi da crociera hanno raggiunto limiti estremi, con la più grande capace di ospitare fino a 8.900 persone. La vacanza in crociera ha sostituito i villaggi turistici degli anni ’90, diventando un’opzione popolare con tariffe accessibili.
L’incidente ha svelato pratiche rischiose come gli “inchini” delle navi, come nel caso della Concordia che si è avvicinata troppo all’Isola del Giglio. Questa manovra ha causato la collisione con gli scogli. Le conseguenze di questa imprudenza sono state 32 vite perse.
Il naufragio ha anche evidenziato il problema dell'”equipaggio Babele”, con marittimi provenienti da 42 paesi diversi, spesso sfruttati attraverso contratti che seguono le normative dei loro paesi d’origine. Questo ha portato l’Unione Europea a intraprendere azioni contro questa pratica, che ha causato due procedure d’infrazione nei confronti dell’Italia.
Dopo il naufragio, la Costa Concordia è rimasta coricata per due anni e mezzo, diventando una macabra attrazione per i turisti. La sua destinazione finale per lo smantellamento è stata oggetto di discussione, ma alla fine è stata scelta Genova, evitando così il triste destino delle spiagge di Alang in India, il più grande cimitero di navi al mondo, noto per le sue condizioni di lavoro disumane.
Il disastro della Concordia ha anche portato a un cambiamento normativo a livello europeo, con il Parlamento europeo che ha approvato regole per l’eco-riciclo delle vecchie navi, impedendo alle navi europee di finire in luoghi non certificati.
Nonostante il naufragio abbia rivelato le incongruenze del settore delle crociere, il suo volume d’affari, fino a qualche anno fa, era di 150 miliardi di dollari all’anno. Solo la pandemia ha portato a una riduzione delle attività crocieristiche. La tragedia della Concordia ha migliorato alcune normative e controlli, ma resta ancora molto lavoro da fare per rendere il settore più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Le 21 : 45 del 12 gennaio 2012
Alle 21:45, il comandante Schettino ha preso la decisione di avvicinare la nave troppo pericolosamente alla costa. Questa manovra avventata ha causato una falla sulla carena e la parziale sommersione della nave. In quella notte drammatica, non solo la Costa Concordia ha fatto naufragio, ma si sono infranti anche il buonsenso, la logica, la dignità e il coraggio, insieme al prezioso sapere marinaresco.
L’incidente ha rivelato gravi carenze nella gestione dell’emergenza da parte del comandante Schettino e dell’intera catena di comando. Le vittime e i sopravvissuti hanno testimoniato l’incapacità di fronteggiare la tragedia, lasciando dietro di sé 32 persone che non hanno sopravvissuto al disastro.
La Costa Concordia, con i suoi imponenti 114.000 tonnellate di stazza lorda, 14 ponti, 5 ristoranti, 4 piscine e 13 bar, era il fiore all’occhiello del settore delle crociere. Tuttavia, il naufragio ha sollevato domande sul gigantismo delle navi da crociera e sulla sicurezza delle loro manovre.
Dopo il naufragio, la nave è rimasta coricata vicino al porto del Giglio per due anni e mezzo, diventando una triste attrazione turistica per coloro che non hanno esitato a immortalare la sua carcassa in un selfie. La scelta del luogo per lo smantellamento, il porto di Genova, ha evidenziato le sfide legate al riciclo delle navi e ha contribuito a sollevare questioni ambientali e sociali connesse allo smantellamento delle navi.
Ricostruzione cartografica basata sui dati AIS1.
I seguenti elementi sono stati tratti dal rapporto d’inchiesta del Ministero dei Trasporti italiano e dalla scatola nera della nave.
Prima dell’impatto 21:00: Il comandante Francesco Schettino cena al ristorante Milano sul ponte 3 all’estremità posteriore della nave.
21:09: La Concordia naviga a 302 gradi a una velocità di 15,8 nodi in modalità pilota automatico, situata a circa 4,8 miglia a sud dell’Isola del Giglio.
21:19: Dopo diverse sbandate, la nave segue una rotta di 279 gradi con la prua rivolta verso l’Isola del Giglio. Ciro Ambrosio, l’ufficiale di quartiera, contatta Schettino al ristorante “Milano” per comunicargli la rotta stabilita da Civitavecchia. Il passaggio della Costa Concordia dovrebbe avvenire a 6 miglia dall’isola, con il punto di svolta fissato per le 21:39 per avere il porto sul lato sinistro alle 21:44.
21:34: Il comandante Francesco Schettino arriva sul ponte di comando.
21:34:16: Francesco Schettino annuncia all’ufficiale di quartiera che assume il controllo della nave e chiede di passare alla barra manuale.
21:39:29: Francesco Schettino annuncia: “venire a 300 gradi sulla destra”.
21:43:46: Francesco Schettino: “340, 350” (rotta)
Il timoniere risponde: “340”
21:43:50: Francesco Schettino: “a 350 sulla destra! Altrimenti andiamo sugli scogli.”
21:44:14: Francesco Schettino: “a destra 10, a destra 20. Tutto a destra. A sinistra 10, a sinistra 20.” (Gradi di angolo)
21:44:58: Francesco Schettino: “barra tutta a sinistra”. Il timoniere si confonde e gira la barra a destra. Poco dopo si corregge e gira a sinistra, ma la poppa della nave non segue (a causa dell’inerzia, la nave “scivola”). La nave si trova a 150 metri dagli scogli (le Scole).
21:45:03: Francesco Schettino: “Tutto a sinistra.”
Impatto 21:45:08: Impatto della nave con le Scole.
In quel momento, il lato posteriore sinistro della Costa Concordia colpisce le Scole, e la registrazione audio della scatola nera registra forti vibrazioni nella struttura della nave; numerose allarmi segnalano una via d’acqua e un grave guasto. La velocità della nave cala bruscamente a 8,3 nodi, poi perde la propulsione e inizia a derivare a 350 gradi.
Dopo l’impatto 21:45:08: Francesco Schettino: chiudere immediatamente le porte stagne.
21:45:31: Francesco Schettino: “tutto a sinistra”
Ciro Ambrosio: “tutto a destra”
Francesco Schettino ribatte: “tutto a sinistra”
21:46:12: Black-out, tutte le luci principali si spengono.
21:46:59: Francesco Schettino annuncia: “tutto a destra”, ma i comandi non rispondono più.
Scambi tra la Concordia e la guardia costiera Guardia costiera: “Buonasera Costa Concordia, avete problemi a bordo?”
Ufficiale di bordo: “Sì, affermativo. Abbiamo un’interruzione di corrente a bordo. Stiamo verificando la situazione.”
Guardia costiera: “Un parente di un membro dell’equipaggio ha contattato la polizia dicendo che molte cose sono cadute a terra durante la cena.”
Ufficiale di bordo: “No, negativo. Abbiamo un’interruzione di corrente a bordo e stiamo verificando la situazione. Vi terremo informati.”
21:57: Francesco Schettino contatta Roberto Ferrarini, il responsabile della gestione delle crisi di Costa Crociere a terra, e gli spiega che la nave ha colpito uno scoglio. Descrive la situazione al momento della chiamata e ne prevede lo sviluppo probabile. Informa Ferrarini che la nave è in black-out, ma che le eliche non sono danneggiate. Gli comunica anche che l’acqua sta entrando nella parte posteriore e che il sistema elettrico è fuori uso.
Tuttavia, Ferrarini non riesce a percepire dall’espressione del comandante l’entità dei danni; non sospetta che già due compartimenti sono allagati. Ferrarini contatta l’ispettore tecnico di Costa Crociere per chiedere il suo parere, ma non lo informa che il Costa Concordia è in black-out. Non essendo a conoscenza, l’ispettore tecnico darà istruzioni sbagliate, consigliando di utilizzare le eliche di prua per posizionare la nave in un luogo sicuro, gettare l’ancora e valutare i danni.
Sedici minuti dopo l’impatto, il comandante non poteva ignorare la gravità dell’incidente e la perdita della nave, dato che le squadre di intervento segnalavano che i compartimenti stagni (WTC) principali della nave erano colpiti.
Questi WTC erano essenziali per il corretto funzionamento della nave.
- Il WTC 4 conteneva i cuscinetti delle bielle e le unità idrauliche, i compressori dell’aria condizionata.
- Il WTC 5 conteneva i motori elettrici di propulsione (PEM), le pompe antincendio delle stive, la propulsione, i trasformatori di ventilazione della sala macchine, i trasformatori di propulsione.
- Il WTC 6 conteneva tre dei principali generatori diesel Wärtsilä.
- Il WTC 7 conteneva tre dei principali generatori diesel Wärtsilä.
- Il WTC 8 conteneva i ballast e le pompe di sentina.
22:16: Un ufficiale di bordo contatta le autorità marittime di Civitavecchia per l’invio di due rimorchiatori, dichiarando che c’è una via d’acqua sul lato sinistro posteriore della nave, ma afferma ancora che la situazione è sotto controllo.
22:18: Niente funziona più nella sala macchine, le pompe di sentina, i ballast e la barra sono sott’acqua. Il Costa Concordia deriva a una velocità di circa 1 nodo verso sud-ovest. L’azione combinata del vento da nord-est, delle correnti e dei timoni bloccati a dritta fa girare lentamente la nave verso la costa. Tutte queste azioni combinate fanno sì che la nave passi dalla banda di sinistra alla banda di dritta.
22:34: La capiteneria di Livorno richiama il Concordia e chiede se la nave può ancora navigare o se è necessario dichiarare una situazione di emergenza.
Risposta affermativa da parte del Concordia, dichiara emergenza e chiede assistenza immediata.
22:35: Francesco Schettino decide di abbandonare la nave dopo una conversazione con il responsabile della gestione delle crisi di Costa Crociere.
22:47: Francesco Schettino decide di gettare l’ancora.
22:54:06: 1 ora e 9 minuti dopo aver colpito le Scole, il Costa Concordia si incaglia sulla “Lazaretto Punta”, la sua posizione finale. In quel momento, la nave è inclinata di 20° a dritta, e è in quel momento che Francesco Schettino decide di abbandonare la nave.
06:17: Fine dell’evacuazione, 4.196 persone sono state salvate fino a quel momento.
Gli scambi telefonici tra Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, e Gregorio De Falco, il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, sono i seguenti:
23:01: Comandante Gregorio De Falco della Capitaneria del Porto di Livorno. “Sì, sono De Falco di Livorno, parlo con il comandante?”
Comandante Francesco Schettino. “Sì, buonasera comandante De Falco.”
Comandante Gregorio De Falco. “Mi dica il suo nome, per favore.”
Comandante Francesco Schettino. “Sono il comandante Schettino, comandante.”
Comandante Gregorio De Falco. “Schettino? Ascolti Schettino. Ci sono persone bloccate a bordo. Ora, va con la sua scialuppa sotto la prua della nave sul lato destro. C’è una scala (di emergenza in corda), e sale a bordo. Va a bordo e ci dice quanti ci sono. È chiaro? Registro questa comunicazione, comandante Schettino.”
Comandante Francesco Schettino. “Comandante, voglio dirle una cosa…”
Comandante Gregorio De Falco. “Parli forte. Metta la mano davanti al microfono e parli più forte, è chiaro?”
Comandante Francesco Schettino. “Attualmente, la nave è inclinata.”
Comandante Gregorio De Falco. “Ho capito. Ascolti: ci sono persone che scendono dalla scala di prua. Questa scala la deve percorrere al contrario, salire sulla nave e ci dice quanti ci sono e cosa sta succedendo a bordo. È chiaro? Deve dirmi quanti bambini, donne e persone hanno bisogno di assistenza. E mi dice quanti ci sono in queste categorie. È chiaro? Ascolti Schettino, forse è riuscito a salvarsi dal mare, ma ora, veramente andrà male. Se non sale a bordo, le causerò un’enormità di guai. Va a bordo, accidenti.”
Comandante Francesco Schettino. “Comandante, la prego.”
Comandante Gregorio De Falco. “No, la prego. Ora, va, risali a bordo. Mi assicura che sta risalendo a bordo?”
Comandante Francesco Schettino. “Sto già andando là, sono lì, non vado da nessuna parte, sono lì.”
Comandante Gregorio De Falco. “Cosa sta facendo, comandante?”
Comandante Francesco Schettino. “Sono lì per coordinare i soccorsi.”
Comandante Gregorio De Falco. “Chi coordina laggiù? Ora risali a bordo per coordinare i soccorsi a bordo. Ha dichiarato l’abbandono della nave. Ora comando io. Risali a bordo, è chiaro? Mi sente? Vai e chiama direttamente dalla nave. In loco c’è già il mio soccorso aereo.”
Comandante Francesco Schettino. “Dov’è il suo mezzo di soccorso?”
Comandante Gregorio De Falco. “È a prua. Va là. Ci sono già dei cadaveri, Schettino.”
Comandante Francesco Schettino. “Quanti ce ne sono?”
Comandante Gregorio De Falco. “Non lo so. Uno sicuro, l’ho sentito. Ma tocca a lei dirmi quanti, accidenti.”
Comandante Francesco Schettino. “Ma si rende conto che è notte e qui non si vede niente?”
Comandante Gregorio De Falco. “Cosa vuole fare Schettino, tornare a casa? È notte, quindi vuole tornare a casa, è così? Sali sulla prua della nave con la scala e mi dici cosa possiamo fare, quanti ce ne sono, quali sono le loro esigenze. Subito.”
Comandante Francesco Schettino. “Sono con il comandante in seconda” (su una scialuppa di salvataggio).
Comandante Gregorio De Falco. “Salite a bordo tutti e due. Lei e il suo secondo salite subito a bordo, è chiaro?”
Comandante Francesco Schettino. “E comandante, vorrei salire a bordo, ma l’altra scialuppa qui… Ci sono gli altri soccorritori… Si è fermata ed è bloccata, ho chiamato altri soccorritori.”
Comandante Gregorio De Falco. “Da un’ora mi sta dicendo questo. Ora va a bordo, va a bordo. E mi dice subito quanti ci sono.”
Comandante Francesco Schettino. “Va bene, comandante.”
Comandante Gregorio De Falco. “Vada subito.”
Lo scambio si interrompe alle 23:53.