Il mare è diventato davvero una pattumiera

Un recente studio coordinato da 15 organizzazioni di ricerca europee tra cui IFREMER, conferma che ormai il mare è diventato una discarica a tutti gli effetti.
Grazie a delle particolari reti da traina, comandate da un sommergibile, i ricercatori hanno rintracciato ed identificato rifiuti ovunque. Dal Mediterraneo all’ Artico, dal mare del Nord ai mari più caldi.

Da 35 metri a 4 Km di profondità il mare starebbe soffocando sotto la presenza di materie plastiche, vetro, metallo e rifiuti di qualsiasi genere. A questi si aggiungono le tantissime “reti fantasma” abbandonate o perse dai pescatori. Queste reti continuano ad uccidere in maniera continua pesci ed altri animali marini.
Francois Galgani , oceanografo presso l’Istituto francese di ricerca per il mare conferma quanto detto. Il mare -afferma Galgani- è composto da una moltitudine di placche composte da micro-plastica, con un diametro inferiore ai mm, che si trova sospesa in superficie sino a grandi profondità.
Tutto ciò, invisibile dallo spazio , si trova raccolto in cinque grandi bacini oceanici, dal Pacifico del Nord al Pacifico del Sud , nel Sud Atlantico e nell’Oceano Indiano . Queste aree sono infatti caratterizzate dalla confluenza di forti delle correnti marine , influenzate dalla rotazione della terra. La forza centripeta poi le risucchia lentamente , nell’arco degli anni , tutta la spazzatura che galleggia sulle acque cosi si avvia verso il centro della spirale .

La prima “placca” di rifiuti , è stata scoperta per caso da navigatore Charles Moore nel 1997. Di ritorno da una gara di vela tra Los Angeles e Honolulu , lo skipper ha deciso di prendere una rotta di solito evitata dai naviganti , al centro della North Pacific Gyre , dove ci sono spesso forti raffiche di vento pressioni sono venti alti e bassi. “Giorno dopo giorno , io non sono riuscito a vedere i delfini , balene e pesci, ma ho visto solo plastica “, ricorda Moore.

Un oceano di plastica