Il Celacanto conosciuto anche con il nome di Latimeria è un pesce ritenuto estinto per tantissimo tempo.
Soltanto nel 1938 un esemplare pescato in Sud Africa vicino alla foce del fiume Chalumma ha ridato a questo pesce gli onori della cronaca. Fu un caso che al mercato del pesce passasse la curatrice del Museo di Storia Naturale Marjorie Courtenay-Latimer. La naturalista fu subito incuriosita da quello strano pesce che aveva le pinne pettorali capaci di ruotare a 360 gradi come il polso di un uomo. Le sue ricerche di laboratorio la portarono in poco tempo ad affermare che si trattasse proprio del Celacanto, un pesce ritenuto estinto da 65 milioni anni. Qualche anno dopo al pesce fu dato proprio il nome di Latimeria in onore della naturalista che lo aveva scoperto.
Non si trattava di un solo esemplare
Poche e rare, dal 1938 ad oggi vi sono state comunque delle catture di Celacanto tra cui alle isole Comore, in Sulawesi, in Tanzania, in Monzambico , in Madagascar ed in Kenia.
I celacanti sopravvissuti all’estinzione
Pensanti sino a 80 Kg e lunghi sino a due metri i celacanti hanno una vita media di 60 anni. Apparsi sulle acque del nostro pianta nel Devoniano medio, ossia 390 milioni di anni fa, questo pesce fossile ha delle caratteristiche assolutamente uniche come ad esempio la presenza di un giunto intercraniale che gli permette di separare interamente la metà superiore del cranio da quella inferiore per potersi nutrire di grosse prede spalancando la bocca.
Un pesce immangiabile
Le scaglie del celacanto secernono una sostanza mucosa dal gusto orribile per altri predatori. E’ questa la difesa del celacanto.
Due pinne utili al nuoto e al movimento sul fondo
Come già detto le sue pinne pettorali sono capaci di ruotare su di un asse, quasi come delle vere e proprie gambe. Queste pinne si sono evolute per assistere il pesce sia nel nuoto che per muoversi sul fondale o all’interno di grotte ed anfratti dove ama celarsi durante le ore di luce.
Ad oggi solo due specie conosciute
Si tratta di Latimeria chalumnae e Latimeria menadoensis. Sembra comunque che nel Paleozoico e nel Mesozoico fossero presenti piu’ specie. I ritrovamenti di fossili di Latimeria hanno portato alla formulazione di diverse teorie una delle quali porta il questo pesce direttamente tra i primi gradini della scala dell’evoluzione degli animali marini terrestri a 4 zampe.
Le scoperte del Celacanto
Dopo la prima scoperta della specie Latimeria chalumna avvenuta nel 1938, comincio’ una vera e propria caccia al celacanto con un premio in denaro di circa 100 sterline per il pescatore che che ne riuscisse a catturare un esemplare. Alle Comore nel 1952 fu trovato un secondo esemplare. Sebbene salto’ alla cronaca come il secondo esemplare di Celacanto gli abitanti delle Comore affermarono di conoscere già quel pesce che chiamavano Gombessa. Ritenuto un pesce di scarso valore i pescatori delle Comore hanno sempre rigettato in mare il celacanto e continuano ancora a farlo.
La specie Latimeria menadoensis fu invece scoperta grazie alla rete quando nel 1997 due coniugi in viaggio di nozze fotografarono il pesce tra le bancarelle del mercato in Sulawesi. Anche se di colore diverso il pesce attiro’ la loro attenzione e quella di alcuni scienziati tanto che la foto pubblicata su internet porto’ alla scoperta della nuova specie.
Il celacanto scoperto e filmato da un naturalista Francese
Nel 2013 il biologo e naturalista Laurent Ballesta è riuscito con tanto coraggio ed un pizzico di fortuna a catturare delle straordinarie immagini del celacanto nel suo ambiente naturale nel Jesser Canyon di fronte a Sodwana Beach in Sud Africa.
1 commento
Sono passati appena 50 anni da che un pescatore catturò il primo celacantide vivente. Ritenendolo estinto da circa 80 milioni di anni, gli evoluzionisti lo acclamarono come “fossile vivente”. Fu anche definito l’“anello mancante” fra i pesci e i primi animali terrestri, dato che certe sue caratteristiche assomigliavano a polmoni e a zampe rudimentali. “Oggi, però”, dice il Washington Post, “i biologi evoluzionisti che ne hanno studiato esemplari viventi convengono sempre più che i celacantidi non sono anelli mancanti”. Il Post cita il periodico britannico Nature il quale afferma che le “caratteristiche dei celacantidi che si credeva li collegassero con gli animali terrestri probabilmente presentano tale somiglianza per pura coincidenza. . . . Si è visto che i celacantidi viventi non hanno polmoni”.