Un calo del 70% degli stock ittici di pescispada in MEditerraneo. L’ONG OCEANA insorge e serve il conto della pesca eccessiva degli ultimi 30 anni.
Molti di voi ricorderanno i grossi pescispada che una volta arrivavano in porto a bordo dei pescherecci che rientravano dopo aver gettato in mare migliaia e migliaia di ami con i palamiti. Dimensioni che negli anni si sono sempre piu’ ridotte sino ad oggi, dove sempre piu’ spesso le stesse imbarcazioni rientrano con piccoli spadini (dai 4 ai 7 Kg) rimasti vittime degli ami affilati e, portati comunque a terra per essere venduti. Sembrano casi isolati, ma non e’ cosi per nulla, anzi! Io ne ho visti tanti, forse troppi. Tutti della stessa dimensione, tutti ancora giovani che non hanno avuto la fortuna di potersi riprodurre almeno una volta. E’ stata oltrepassata una soglia pericolosa e adesso dobbiamo fare i conti con il mare.
I pescispada sono quasi del tutto scomparsi. In Sicilia, in Calabria, ma anche in Spagna, Francia e Grecia. Una volta a dar man forte a questo scempio erano le spadare. Reti che catturavano tutto cio’ che passava sulla loro rotta. Le dimensioni non contavano, contava la quantità. Le spadare oggi sono state abolite ma i pescispada non sono tornati. Non sono tornati perche’ ormai il limite era superato. li esemplari che riescono a diventare adulti sono sempre meno e quelle riproduzioni non riescono a risollevare gli stock. E non potranno mai farlo se non si mette un freno a questa pesca sconsiderata.
Un grido d’allarme mai ascoltato
Già da qualche anno si temeva il peggio, oggi ne siamo consapevoli e si richiede con urgenza una soluzione. A gridarlo ad alta voce e’ la ONG OCEANA che con un report molto dettagliato chiede fermamente di rimodellare la pesca al pesce spada per far rifiorire gli stock. Decenni di pesca eccessiva infatti hanno ridotto gli stock di circa il 70%. Un pesce che per centinaia, forse migliaia di anni ha contribuito in modo significativo all’economia del Mediterraneo in particolare in Grecia, Spagna ed Italia. Un prodotto del mare che venduto a tranci puo’ arrivare a costare sino a 25 euro al Kg. Tuttavia, il numero di esemplari in Mediterraneo e’ precipitato a livelli critici e nel Mare Nustrum non resta che un 30% rispetto agli anni 70.
Oceana chiede con fermezza un piano di recupero immediato per ricostruire gli stock di pesce in Mediterraneo. Un piano basato su regole scientifiche, come già avvenuto per i tonni. A novembre potremmo saperne di piu’ dopo che la ICCAT si riunirà.
Favorevoli o contrari?
Sia l’opinione pubblica che le associazioni di settore si stanno mobilizzando. Se qualcuno sembra essere favorevole a valutare l’inserimento delle quote, come il Sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe Castiglione, dall’altra parte sia Federcoopesca che UNCI agroalimentare sono dalla parte dei pescatori sottolineando che con l’introduzione delle quote potrebbero trovar spazio speculazioni oltre che riduzioni dei posti di lavoro.
La pesca con la feluca:quando una volta la pesca del pescespada era veramente sostenibile.
La pesca del pescespada con la feluca, tra le tecniche più antiche al mondo è considerata tra le piu sostenibili vista la limitata quantità di pesci che possono essere pescati. Alla base infatti non c’è l’utilizzo delle lenze o reti chilometriche per la pesca ma delle fiocine con cui il pesce è arpionato da un singolo uomo, ed in modo ravvicinato dall’imbarcazione.