5° puntata – LA RIVELAZIONE – cadenza settimanale – autore Stefano Duranti Poccetti
Si trattava di una donna anziana. Avrà avuti circa settant’anni. Il fisico era rimasto piuttosto snello e vestiva con una sorta di kimono. I capelli si presentavano lisci e grigi e portava una buffa molletta in testa. Gli occhi emanavano un particolare bagliore spirituale.
“Ti seguo da un po’ di tempo e mi sono resa conto che non fai parte del nostro mondo.”, mi disse in modo pacato. Le chiesi cosa voleva dire con questo. Allora mi spiegò che esistono molteplici dimensioni che si muovono simultaneamente. Normalmente queste non s’incrociano, ma può capitare quando, in rari casi, si cade in dei buchi neri che aprono varchi spazio-temporali. Dunque mi era accaduto che entrando in quella nave fossi cascato in uno di questi oltrepassi, che mi avevano condotto dalla mia dimensione all’altra che stavo vivendo. Si trattava in entrambi casi di realtà, ma dato che per me quella concezione di vita era inusuale, la percepivo quale sogno.

Lì per lì mi spaventai molto, perché pensai che quella condizione, a cui comunque mi stavo abituando, fosse irreversibile. La donna mi tranquillizzò, sostenendo che aveva dei poteri magici per farmi tornare alla mia dimensione, cosa che comunque sarebbe avvenuta spontaneamente raggiunta Shanghai, dato che il tutto era circoscritto alla nave. A quel punto fui un po’ titubante, perché non mi sarebbe dispiaciuto vivere ancora per qualche giorno in un contesto diverso. L’anziana a quel punto tirò fuori dalla tasca un piccolo vassoio d’argento e affermò: “Guarda tu stesso cosa sta accadendo nella tua dimensione e dimmi se vuoi tornarci subito o se vuoi attendere.” E seduta stante apparvero immagini con passeggeri seduti dentro una delle piscine della nave, che stavolta si presentava come un perfetto bastimento rimesso a nuovo e con rifiniture di lusso. Le persone se ne stavano tutte lì, con finti sorrisi che tradivano una noia mortale. Mi ero dimenticato di quanto il mio mondo fosse ipocrita e di quanto l’apparenza trionfasse sulla sostanza. Non solo mi convinsi di rimanere in quella condizione per tutto il tragitto, ma mi sfiorò addirittura l’idea che sarei potuto rimanere in quella dimensione per sempre, anche se sapevo che non sarebbe stato possibile, visto che una volta uscito dal transatlantico tutto sarebbe tornato come prima e che di quella esperienza sarebbe rimasto il ricordo di un avvenimento onirico. Con convinzione le dissi quindi che avrei continuato a vivere volentieri in quel contesto per tutta la traversata. La misteriosa figura allora si rimise l’oggetto in tasca e mi sorrise cordialmente. Poi si allontanò lentamente.
Finalmente avevo la verità in mano e potevo dare delle risposte a tutte le domande che mi ero posto. Ecco cosa era accaduto non appena entrato nella nave. Ero caduto in un buco nero e approdato in una dimensione differente. A questo punto, grazie a quella donna, ero anche in grado di dare una spiegazione scientifica e spirituale all’universo. Adesso sapevo con certezza che esistono tante dimensioni che vivono contemporaneamente. Dunque non esiste una sola realtà, questa è solo una credenza egocentrica. La nostra non è altro che una come tante e non è assolutamente più vera delle altre, ciascuna governata da proprie leggi e da propri sentimenti.

I giorni passavano dentro la nave Gioconda e divenivano sempre più lieti. Avevo cominciato a fare amicizie e si stava veramente bene con tutte quelle persone. Si viveva un’atmosfera priva di pregiudizio. Ognuno era libero di essere se stesso appieno e non esisteva l’idea di diversità. Non esistevano differenze etniche né differenze legate e tendenze sessuali. Ognuno si vestiva come voleva e non c’erano mode da seguire. Non esisteva la concezione di disabilità e gli uomini ciechi, sordi, senza gambe o senza braccia, non erano esiliate, anzi, venivano ascoltate in quanto portatori di saggezza suprema, perché in grado di leggere il mondo con prospettive diverse. Di religione non si parlava, non ci si faceva domande sul senso del mondo. Bastava sapere che si faceva parte del principio naturale e questo era sufficiente. Non si parlava neanche di politica perché una concezione sociale basata sul rispetto portava a uno stato d’autarchia spirituale in grado di bastare a se stessa, senza essere sottoposti a gerarchie. Animali, vegetali e anche gli oggetti erano considerati alla stregua degli uomini, perché possessori di linfa vitale. Conobbi molti artisti e parlammo in modo interessante di questioni filosofiche e rivoluzionarie, grazie alle quali ho appreso nozioni fondamentali che hanno cambiato per sempre il mio modo d’intendere l’esistenza, dove il sorriso deve essere l’arma più forte.
Insomma, era una vita veramente felice, che passavo tra cabina, mensa, sala da gioco, svolgendo anche qualche mansione in aiuto dei marinai. A volte mi trovavo anche nella splendida libreria della nave. Si trattava di una grande sala, dal soffitto completamente affrescato con motivi astratti, stracolma di pubblicazioni e manoscritti in tutte le lingue. Dappertutto si notavano vecchi scaffali e antiche scale, dove era possibile salire liberamente e prendere i volumi che si volevano. Lì si trovavano alcuni rarissimi incunabuli, fino a giungere a volumi scritti nel 3000 o nel 4000, perché probabilmente in quella dimensione si era molto più avanti, anche perché c’era un modo molto diverso di calcolare il tempo, che ancora non ho compreso. Comunque mi sono divertito a leggere alcuni testi che saranno pubblicati tra 1000 o 2000 anni.
Un giorno rientro nella mia cabina. Sulla soglia c’è il mio fedele amico a quattrozampe, da me soprannominato Gaspar. Entriamo insieme e noto che hanno lasciato dentro un biglietto. “Sei ufficialmente invitato alla grande festa in teatro. Fatti trovare pronto stasera dopocena in camera tua.” Credevo ormai di conoscere benissimo quella nave, eppure non sapevo dell’esistenza di un teatro. Quel bastimento era una continua scoperta. Quella sera, come scritto sull’invito, mi feci trovare pronto in camera mia. Mi ero messo una giacca nera e un plastron rosso. Qualcuno bussò alla porta e aprii. Mi sembrò di riconoscere quello stesso ufficiale che quando arrivai mi condusse alla sala da gioco. La sua divisa era logora e non disse una parola, facendo segno di seguirlo – pareva uno schiaccianoci russo. Così c’incamminammo a passo marziale verso il teatro della nave.

Gioconda, la Nave dei Sogni
Una storia onirica, che racconta un avventuroso viaggio per mare che inizia a Marsiglia e finisce a Shanghai, dove la realtà si confonde con la fantasia, con il protagonista Xavier che si ritrova in una nave magica, piena di sorprese, di misteri, con personalità originali ed eccentriche. È così che quella che dovrebbe essere una semplice traversata si trasforma in una crociera impensabile e visionaria, in un viaggio che diventa sinonimo di crescita caratteriale e spirituale.