Nel corso di una perlustrazione effettuata da Giuseppe Pisciotta, titolare del centro
immersioni “Atmosphereblu” di Levanzo, all’interno di Cala Tramontana, è stato
individuato un motore completo di aereo risalente alla 2^ guerra mondiale e munito di
elica, poggiato su un fondo sabbioso a circa 36 metri di profondità e a una distanza dalla
costa di circa 600-700 metri, dove si trova la batteria antiaerea di Capo Grosso.
Dopo il ritrovamento Pisciotta ha immediatamente informato la Soprintendenza del
Mare (dott.ssa Fresina e dott. La Rocca), che ne ha analizzato la provenienza, il Sindaco
di Favignana e l’Area marina protetta.
“L’elica segnalata da Giuseppe Pisciotta – dice il professor Sebastiano Tusa,
Sovrintendente del Mare della Regione Siciliana – è tripala ed è conficcata nel fondale
sabbioso attraverso l’asse. La base larga, nonostante la fitta vegetazione e le concrezioni,
sembrerebbe riconducibile ad un motore stellare. Sulla base delle ricerche fatte da
Claudio Di Franco della Soprintendenza del Mare si evince che a sud di Levanzo e a
Favignana, giacciono i relitti rispettivamente di un caccia monomotore Grumman F4F
“Wildcat” di costruzione statunitense (utilizzato durante la II^ Guerra Mondiale dagli
Inglesi nel Mediterraneo) e di un bombardiere bimotore inglese “Wellington”.
Entrambi montavano motori stellari, quindi per un banale “calcolo di probabilità”
potrebbe trattarsi dei resti di un velivolo non italiano. Comunque, in assenza di misure e
di un sopralluogo, nulla di più è possibile dire con precisione”.
“Ringraziamo Pisciotta per il prezioso rinvenimento – dichiara il Sindaco del Comune di
Favignana e Presidente dell’AMP, Giuseppe Pagoto – e la Soprintendenza del Mare per
il continuo lavoro di cura e valorizzazione dei beni archeologici sommersi delle Egadi.
Questo arcipelago, e la sua grande area marina protetta, hanno fondali straordinari, che
hanno ancora moltissimo da raccontare, veri tesori sommersi da disvelare al turismo
subacqueo”.
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Eccezionale ritrovamento nei fondali dell’Area Marina Protetta delle Egadi che continuano a ‘restituire’ reperti storici
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