La Direzione dell’Area marina protetta “Isole Egadi” ha reso noti i risultati del monitoraggio sulla pesca a strascico illegale sotto costa, effettuato all’interno delle acque della riserva marina.

L’attività è stata resa possibile acquisendo, dal Comando generale delle Capitanerie di Porto, tramite il Compartimento marittimo di Trapani, i dati relativi ai segnali provenienti dalle “blue-box”, i dispositivi satellitari per la rilevazione della posizione dei pescherecci di lunghezza superiore ai 15 metri, registrati nelle acque dell’area protetta.
Un primo monitoraggio, effettuato per il periodo dal 1 gennaio 2011 al 31 luglio 2012 – nei primi diciotto mesi dall’entrata in vigore del nuovo regolamento dell’Amp – ha consentito di accertare il verificarsi di 71 incursioni all’interno della zona A (divieto integrale), 512 incursioni nella zona B (divieto parziale) e 1.210 passaggi sospetti nella zona C (dove è consentito solo il transito delle barche a strascico, previa autorizzazione) della riserva marina.
Il secondo monitoraggio è stato effettuato in riferimento al periodo che va dall’1 agosto 2012 al 31 dicembre 2013 e ha evidenziato 30 incursioni nella zona A, 356 incursioni nella zona B e 865 passaggi sospetti nella zona C. Vengono definiti tali quei transiti di imbarcazioni effettuati alla velocità di navigazione con cui viene esercitata la pesca a strascico.Dall’esame dei dati si evidenzia una riduzione significativa degli abusi, di oltre il 57% per le zone di massima tutela (dove tali violazioni sono reato), di oltre il 30% nella zona B della riserva marina e del 28% nella zona C.
“Un risultato eccezionale – commenta il sindaco di Favignana e presidente dell’Amp, Giuseppe Pagoto – raggiunto grazie ad un mix di fattori: in primis il posizionamento, attorno alle coste dell’isola di Favignana, nel giugno 2013, dei dissuasori anti strascico finanziati dal Ministero dell’Ambiente”.
Si tratta di sistemi di deterrenza passiva, anche ripopolanti, che scoraggiano le violazioni perchè fanno perdere le reti ai pescatori abusivi. “Hanno contribuito a questo risultato – spiega il direttore dell’Amp Stefano Donati – anche la continua presenza in mare del nostro personale, le azioni di denuncia e le revoche delle autorizzazioni alla pesca nei casi più gravi. Abbiamo anche registrato una maggiore consapevolezza da parte dei pescatori ed è cresciuto il dialogo con tutta la categoria, dalle cooperative, alle associazioni, fino ai consorzi”. “Ovviamente – prosegue Donati – hanno svolto un
ruolo di primissimo piano tutte le Forze dell’Ordine operanti in mare e, soprattutto, la Capitaneria di Porto, con tutti gli uffici territoriali impegnati nella prevenzione e nella repressione degli illeciti: oltre alle ordinarie attività di pattugliamento e controllo, la Capitaneria di porto di Trapani si è attivata per il controllo continuo, da remoto, dei tracciati AIS, richiamando via radio le unità che accedevano in zona interdetta”.
La pesca a strascico sotto costa, all’interno della batimetrica dei 50 metri, è vietata in tutta Italia
da una legge nazionale, anche fuori delle aree marine protette, perchè tale attività distrugge i fondali, danneggiando coralligeno e praterie di Posidonia oceanica, e depaupera la risorsa ittica, catturando anche pesci allo stadio giovanile, non commercializzabili. Il fenomeno è, ovviamente, ancora più grave in un’area marina protetta, perché ne vanifica l’effetto ripopolante.
“Riteniamo probabile – conclude il direttore Donati – che il monitoraggio dello strascico sotto costa nel 2014 ci riservi un dato ancora più confortante, con una ulteriore riduzione degli abusi. Stiamo anche avviando i progetti per il potenziamento dei dissuasori e ci auguriamo anche di proseguire la straordinaria collaborazione con la Capitaneria di Porto di Trapani”.