Il 30 giugno a Roma si conclude il progetto SHARK LIFE
Il progetto SHARK LIFE
Secondo uno studio della IUNC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) nel Mediterraneo sono presenti circa 80 specie diverse di pesci cartilaginei e l’Italia in particolare, grazie alla sua posizione strategica, ospita 43 specie di squali. Per contro, il nostro paese detiene anche il primato, tutto negativo, di avere la più alta percentuale di squali e razze minacciate al mondo.
Il ciclo della vita degli squali e delle razze, rispetto alla maggior parte delle specie di pesci, è molto lento. Crescono lentamente, tardano a raggiungere la maturità sessuale, hanno bassi livelli di fecondità e lunghi periodi di gestazione, e solitamente hanno una prole ridotta. Queste caratteristiche li rendono particolarmente vulnerabili alla pesca intensiva, che non permette di ricostituire la popolazione della specie in tempi brevi. Inoltre, la pesca sportiva, attività diffusa lungo tutte le coste italiane, ha un forte impatto su alcune specie come la verdesca, lo squalo volpe e alcune specie di razze.
Con SHARKLIFE, un progetto dedicato alla conservazione degli squali, si intende realizzare azioni concrete per la salvaguardia di questi animali attraverso la riduzione della mortalità causata dalla pesca professionale e sportiva in Italia. Il progetto, che è stato reso possibile grazie ai fondi europei del programma Life+ e all’impegno economico di altri co-finanziatori, quali il Ministero dell’Ambiente, il Parco Nazionale dell’Asinara e la Provincia di Reggio Calabria, vede, accanto a CTS, i seguenti partner: Agci-Agrital, Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, Cibm di Livorno (Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina), Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività subacquee), Fondazione Cetacea e Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena.