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Caulerpa taxifolia, il cancro del Mediterraneo

Molte alghe sono eccellenti e gustose nel piatto, altre invece sono un pò “troppo” pericolose. La Caulerpa taxifolia ne è un esempio perfetto. Un’alga tossica ed invasiva che è diventata una delle principali preoccupazioni del Mediterraneo.

La Caulerpa taxifolia è un’alga verde tropicale. Una’alga nata da diversi incroci per decorare acquari di musei oceanografici. Ma la sua coltivazione è sfuggita alla mano dell’uomo entrando a contatto con le acque del mar Mediterraneo dove ha trovato terreno fertile per il suo attecchimento.

Quest’alga ha già compromesso gli ecosistemi mediterranei come un cancro per l’uomo. bisogna agire per debellarla, le praterie di posidonia sono già in sofferenza.

Acquari: che guaio !

Ctax

In origine la Caulerpa taxifolia cresceva nelle acque temperate della Guinea, dell’Australia, della Cina sino al Giappone. Nel 1950 venne importata negli acquari di Stoccarda in Germania. Da lì ebbe un relativo successo tra gli appassionati di acquari e pian piano quest’alga si trovò in diversi acquari di tutto il mondo.
L’ alga Caulerpa arrivò fino alle vasche dell’acquario di Monaco dove per errore fu riversata insieme alle acque reflue dell’acquario in mare. Cominciò cosi il dominio dell’alga tossica in Mediterraneo.

La Caulerpa trovò subito nel Mare Nostrum un ambiente adatto alla sua proliferazione, attaccando piante ed alghe endemiche facendole regredire e rimpiazzandole. Questo ceppo di C. taxifolia prolifera sia in superficie che in profondità e resiste anche a cali repentini della temperatura.

Una specie invasiva

caulerpa

La specie da come si è visto è altamente invasiva e cresce da 2 a 3 cm al giorno in condizioni ottimali. Oggi ha invaso l’intero bacino del Mediterraneo soffocando la flora acquatica endemica. L’alga risulta tossica per la maggior parte degli animali marini, di conseguenza non rientra nei circuiti alimentari degli erbivori. In pratica un alga che non ha (o almeno pochi) predatori. Risultato, una proliferazione incontrollata in tutto il bacino Mediterraneo.
La sua aggressività le ha fatto guadagnare il nome di Alga Assassina. Caulerpa asfissia alghe e piante marine, impedendo la riproduzione di pesci ed invertebrati che delle praterie sommerse ne fanno la loro nursery.
Ad oggi sono tanti i progetti per cercare di estirpare questo male che ha colpito il Mediterraneo. Iniezioni di solfato di rame, estirpazione delle talee ed altri progetti ingegneristici all’avanguardia sono stati portati avanti da enti di ricerca ed Università a partire dalla fine degli anni ’80. Tutti questi metodi, tuttavia, sono impossibili da distribuire su larga scala e devono. La buona notizia è che negli ultimi anni si è visto un calo della sua diffusione nel bacino Mediterraneo. Chi estinguerà questo cancro che ha colpito il nostro mare? Fra cinquant’anni i nostri fondali saranno interamente ricoperti da praterie di Caulerpa

Non solo Taxifolia

 Caulerpa cylindracea

Oltre alla C. Taxifolia in Mediterraneo esistono altre specie di caulerpa: grande attenzione è portata alla specie Caulerpa cylindracea o Caulerpa Racemosa. Sono alghe originarie del Mar Rosso arrivate in Mediterraneo dopo l’apertura del canale di Suez. Come la Taxifolia, si tratta di alghe a forte competizione, esse stanno occupando gli spazi della Posidonia oceanica. Caulerpa cylindracea è considerata come un modificatore d’habitat, si tratta di una specie capace di creare dei nuovi ecosistemi. La Caulerpa cylindracea al contrario della Taxifolia è stata osservata in Mediterraneo solamente intorno al 1990 lungo le coste dell’Africa del Nord.

L’invasione della Caulerpa

Caulerpa taxifolia è una specie di alga verde originaria del Pacifico tropicale, ma che è stata introdotta accidentalmente in molte parti del mondo, tra cui il Mar Mediterraneo. È una specie invasiva che può crescere rapidamente e formare dense praterie sottomarine che soffocano altre piante acquatiche e limitano l’accesso alla luce solare e all’ossigeno, creando un impatto significativo sull’ecosistema marino.

C. taxifolia è in grado di propagarsi molto rapidamente grazie alla sua capacità di regenerarsi facilmente dalle parti di alga staccate, come i frammenti delle foglie. Inoltre, è in grado di colonizzare diversi tipi di substrati e ambienti marini, dal fondale roccioso alle praterie di posidonia.

Gli effetti negativi di C. taxifolia sull’ecosistema marino sono stati ben documentati. Le dense praterie di questa specie possono soffocare altre piante acquatiche, riducendo la biodiversità e la produttività dell’habitat marino. Inoltre, C. taxifolia produce sostanze chimiche che inibiscono la crescita di altre piante acquatiche, limitando ulteriormente la capacità dell’ecosistema marino di mantenere una sana diversità biologica.

Per mitigare gli effetti di questa specie invasiva, diverse strategie sono state sviluppate. In alcuni casi, la specie è stata rimossa manualmente, mentre in altri casi sono stati utilizzati trattamenti chimici o biologici per limitarne la diffusione. Tuttavia, la gestione di C. taxifolia rimane una sfida importante per i gestori di habitat marini, poiché questa specie è ancora presente in molte parti del Mediterraneo e in altre parti del mondo, e la sua capacità di adattarsi a diversi ambienti marini rende difficile la sua eradicazione completa.

La Caulerpa è una specie invasivache rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino, soprattutto nel Mediterraneo. La sua capacità di crescere rapidamente e sopprimere altre piante acquatiche ha un impatto negativo sulla biodiversità e sulla produttività dell’habitat marino. La gestione di questa specie rappresenta una sfida per i gestori di habitat marini, che devono trovare modi efficaci per limitare la sua diffusione e mitigare i suoi effetti negativi sull’ecosistema.

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