I pezzi di plastica dispersi tra le acque degli oceani non si contano piu’. Anzi si, e sono circa 5 milioni di milioni di piccoli pezzettini in balia delle correnti.
Flaconcini di detergenti, bottiglie e tappi, sacchetti e materiale vario tutti costituiti da polimeri puri o miscelati con additivi o cariche varie. Pian piano, circa 8 milioni delle 300 miliardi di tonnellate prodotte ogni anno arriva in mare e negli oceani. Arrivano scaricate dai fiumi, trasportate dai venti o perché abbandonate dall’uomo in zone costiere. Plastica che una in mare, viene trasportata dalle correnti superficiali sino in pieno oceano, spesso convogliate anche in grandi agglomerati conosciuti come “il settimo continente“. Ma una parte di questa plastica fa ritorno sulla terra. Destinazione: i nostri piatti!
Sono le microplastiche a fare il percorso inverso e lo fanno grazie a dei vettori che sono i pesci ed i molluschi che mangiamo.
“I ricercatori dell’ Università della California UCDAVIS hanno esaminato campioni pesce provenienti da ben 64 mercati della zona da Half Moon Bay a Princeton trovando plastica in ben 25% dei prodotti ittici tra cui acciughe, scorfani, spigole, salmoni e merluzzi. I pesci avevano nel loro stomaco parti di indumenti sintetici. Lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha portato alla luce dei dati sconcertanti.”
Queste particelle di materie plastiche entrano di prepotenza nelle catene alimentari saltando di livello in livello senza alterare la propria struttura. Vengono ingerite da organismi allo stadio larvale o giovanili, da piccoli pesci come sardine e cefali o addirittura da pesci filtratori. Tutti organismi che fanno parte di un livello trofico basso (consumatori primari e secondari). Una volta predati da consumatori terziari anche la plastica, come già detto, passa di livello. Tutti questi animali, una volta pescati, portano con loro le particelle di plastica finendo nei nostri piatti con la conseguenza di un ulteriore passaggio di livello trofico.
A mappare la distribuzione della plastica negli oceani ci ha pensato l’agenzia Neozelandese Dumpark con il progetto “Sailing Seas of Plastic”. Ecco come sono distribuiti i rifiuti plastici nei mari e negli oceani della terra (clic sull’immagine in basso per aprire la mappa).
A voi le considerazioni.